Ed eccoci ora a un altro principio a cui si ispira lo ’Spirit of the game’ del Golf che è quello di ‘mostrare considerazione verso gli altri’. In altre parole: avere rispetto e riguardo delle altre persone.

Come per gli altri due princìpi già visti, quello di agire con integrità e di prendersi cura del campo, il manuale delle Regole, sempre al punto 1.2a, riporta qualche esempio di come si debba mostrare considerazione verso gli altri: giocare a una velocità rapida, badare alla sicurezza altrui e non disturbare il gioco di un altro giocatore.

In sintesi, anche qui, ‘educazione’.

Dei tre esempi, il primo, quello del ‘gioco lento’ è sicuramente il più grave dei problemi. Oltre all’esperienza che tutti noi amateur proviamo spesso e malvolentieri (e per i professionisti, da ultimo, vedasi la lentezza esasperante con cui si è svolto il World Golf Championship Dell Tecnologies in formula match-play qualche settimana fa) basti pensare al numero dei documenti pubblicati a riguardo dalla Royal&Ancient (www.randa.org) e a cui si rinvia, appunto, per rendersi conto della gravità.

Nemmeno le nuove Regole del Golf in vigore dal 1° gennaio 2019, annunciate come una vera ‘rivoluzione’ e che, nei suoi intenti, avrebbero dovuto comportare una semplificazione delle stesse e a determinare una maggior velocità del gioco, non hanno raggiunto, a parere di chi scrive, minimamente il suo scopo.

Oltre che a tenere un passo veloce (quindi non come a un funerale ma come se fossi in ritardo a un appuntamento) e a non metterci un’ora prima di tirare un colpo (rispettando quindi al massimo i 40 secondi stabiliti), il suggerimento è, quando si è in campo, di guardare più indietro che avanti. Cioè se è vero che il nostro gioco è davanti, quello degli altri è dietro di noi. Stare in campo è un po’ come viaggiare in strada con l’auto. Dobbiamo sì guardare avanti, ma anche dietro: gli specchietti retrovisori non sono stati resi obbligatori solo per fare retromarcia.

Riguardo alla sicurezza e al disturbo oltre che ricordare di non tirare un colpo prima che i giocatori davanti siano fuori bersaglio (ipotizzando anche che ci riesca ‘il colpo della vita’), urlare ‘fore’ in caso di tiro storto verso altre buche (se lo fanno i professionisti non è disdicevole neanche per noi), stare fermi quando gli altri giocatori tirano (è sufficiente solo un po’ di autocontrollo mente-corpo), non parlare a voce alta (alcuni ritengono anche che non si debba proprio parlare) e soprattutto impostare il proprio telefono cellulare in modalità silenzioso (e qui, ahinoi…), non credo ci sia altro da aggiungere, da doversi appuntare, da ripassare e né da sforzarsi di imparare a memoria.

Alla fine, come sempre, è solo una questione di educazione. Sia ben inteso, non si vuole fare di tutta l’erba un fascio, di persone perbene ce ne sono eccome, ma purtroppo spesso sono la minoranza. Pensare che quello a cui assistiamo spesso agli incroci, nelle file, a tavola, sul lavoro e nella vita in generale non accada sui campi da golf appare utopistico, lo sappiamo, ma non perdiamo la speranza.

Aspirare infatti che almeno, dopo aver dovuto sopportare la maleducazione altrui quasi ovunque, si possa trovare un po’ di rispetto e civiltà in un Circolo di golf credo si possa. Il Golf si basa proprio su questo ‘spirito’ e conseguentemente in un Circolo di golf dovrebbero (anzi, devono) trovar accoglimento solo persone educate. L’educazione è l’unico ‘status’ che oramai conta per ‘giocare a Golf’ (oltre ad avere il tempo).

Sta ovviamente e soprattutto anche al Circolo saper far rispettare a tutti anche questo principio oggi trattato della considerazione verso gli altri giocatori.

Perchè senza considerazione verso gli altri non è più Golf, è altro.

© Influgolfer

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